OESTERSUND – Dopo la prestazione della staffetta maschile era nata qualche perplessità su Didier Bionaz ma se già in occasione della propria frazione, al di là degli errori e dei giri di penalità, il valdostano aveva fatto vedere buone cose, quest’oggi i segnali di miglioramento sono stati ancor più visibili, impressionando particolarmente in pista. Intervistato da Giorgio Capodaglio, inviato per Fondo Italia in Svezia, il biathleta del C.S. Esercito ci parla della sua gara e delle sue sensazioni.
“Sono abbastanza soddisfatto della performance. Non eccezionale, ma nel percorso che ho iniziato ormai l’estate scorsa questo è uno step importante, ho messo un piccolo mattoncino verso il ritorno al mio livello. Sugli sci oggi mi sono sentito bene, avevo tanta voglia di divertirmi e forse troppa perché ho un po’ esagerato però tutto sommato mi sono gestito bene poi fino al quarto giro e nel finale ho potuto finire forte.”
Una nuova serenità e forse una maggiore consapevolezza nei propri mezzi è ciò che emerge dalle parole del 25enne. “Sono contento, la condizione c’è, al poligono a terra volevo forse fare troppo lo zero perché di averlo in canna con sicurezza e sono stato quindi un po’ lento, però mi sono fatto un po’ prendere e ho gestito troppo. In piedi forse nell’ultima serie l’ultimo colpo è stato un po’ buttato via, avevo già la testa in pista, ho visto dei miglioramenti, la prendo come uno step in avanti e guardo avanti per altri. Peccato perché un errore in un’individuale pesa tanto, ma adesso lo analizziamo e la prossima volta non lo rifacciamo.”
Anche a lui, come a Giacomel, una domanda sulla giornata di ieri e sui grandi festeggiamenti per la veterana della squadra, Dorothea Wierer, tornata al successo dopo due stagioni, e che è stata in questi anni una guida per i suoi “cuccioli”, come li chiama affettuosamente, della squadra maschile.
“Mentre io e Brauni guardavamo la gara sul divano, Tommy (Tommaso Giacomel, ndr) stava facendo massaggi e appena vediamo la luce verde e i tre decimi abbiamo iniziato ad urlare come dei pazzi, e ci siamo cambiati al volo e siamo venuti qui ed è stato bellissimo. Conosco Doro da tanti anni e si veda l’affiatamento che si è creato. Sono contento per lei che se lo merita e se lo merita anche il nostro gruppo perché abbiamo lavorato tanto e duramente e anche se non sono i miei risultati ma quelli di qualcuno del gruppo mi rende molto felice.”

