Sci alpinismo | 17 luglio 2016, 07:39

Sci Alpinismo, Bendetti esulta per i risultati della nazionale italiana: "Quante vittorie negli ultimi due anni!"

Il direttore tecnico dell'Italia ha le idee ben chiare riguardo gli obiettivi per la prossima annata: "Vogliamo ripetere i risultati ottenuti nelle ultime due stagioni"

Robert Antonioli nella gara sprint di Mondolè (foto ISMF World Cup)

Robert Antonioli nella gara sprint di Mondolè (foto ISMF World Cup)

Tra gli sport invernali, uno di quelli che sta regalando più soddisfazioni all’Italia è lo sci alpinismo, disciplina emergente dal punto di vista agonistico, nonostante sia una delle più antiche nel panorama degli sport invernali. Nella classifica generale della Coppa del Mondo, infatti, l’Italia ha fatto ancora doppietta tra gli uomini con Boscacci e Antonioli, ha vinto la classifica Espoir donne con Alba De Silvestro, ottenuto il secondo posto nella Espoir uomini con Nadir Maguet, vinto la Junior maschile con Davide Magnini e conquistato il secondo posto con Giulia Compagnoni nella Junior femminile. Ovviamente soddisfatto per queste ottime prestazioni il direttore tecnico Stefano Bendetti, che è anche guida alpina e maestro di sci. L’abbiamo intervistato per Fondoitalia.  

Buongiorno Stefano Bendetti: risultati ottimi quelli dell’ultima stagione.
«Possiamo anche allargare il campo a quella precedente, nella quale conquistammo sempre la Coppa del Mondo generale e quella di specialità sprint. Ma qui i risultati non si fermano soltanto ai senior, perché abbiamo vinto anche con Espoir e Junior. Due anni fa, poi, ottenemmo ben 30 medaglie ai Mondiali, mentre quest’anno ne abbiamo raccolte 22 agli Europei, nei quali però siamo stati molto sfortunati e abbiamo avuto delle problematiche che ci hanno penalizzato».  

Come ha fatto l’Italia a costruire una nazionale così forte.
«Difficile da spiegare, ma credo sia merito dell’ottimo lavoro svolto sia dai Comitati sia dagli sci club, che hanno allenato bene questi atleti da giovani e noi ne stiamo raccogliendo i risultati ora che sono diventati adulti. Inoltre abbiamo molti praticanti e questo ci è di grande aiuto perché più gente pratica questo sport e maggiori sono le possibilità di ritrovarsi in casa dei campioni. Va detto però che anche in Germania ci sono tanti praticanti, eppure sono praticamente nulli a livello agonistico».  

Per lo sci alpinismo, come per gli altri sport invernali, non deve essere stata una stagione semplice a causa dell’assenza di neve.
«Si, l’ultima è stata una stagione un po’ strana, soprattutto nella prima parte sono saltate molte gare che erano utili per la preparazione alla Coppa del Mondo. Spesso, a causa dell’assenza di neve, le gare sono state spostate sulle piste da sci, ma questo ha cambiato tutto perché il percorso in questo caso non è molto tecnico e questo penalizza soprattutto noi italiani, perché abbiamo atleti molto tecnici».  

Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione?
«Vogliamo ripetere i risultati ottenuti nelle ultime due stagioni. Noi ci proviamo, anche se abbiamo avuto alcuni cambi di categoria specie tra i giovani. Inoltre si disputerà il Mondiale in Italia, a Tambre in Veneto».  

Ci spieghi come si allena un atleta che pratica questo sport.
«Nel corso della stagione estiva ogni atleta si prepara per conto suo, praticando lo sport che più preferice. Corsa in montagna, mountain bike, bici da strada e skiroll sono i più gettonati. Da settembre in poi prende il via una preparazione più specifica».

Lo sci alpinismo è uno sport in crescita: secondo lei diventerà anche disciplina olimpica?
«Vedendo i numeri è uno sport in crescita, perché ci sono ben 130 atleti che fanno anche gare, segno che questo sport sta crescendo. Certo ci sono delle cose che non ci aiutano, come il fatto che non abbiamo una copertura mediatica, oppure che si tratta di uno sport giovane a livello agonistico e non ha quindi tradizione di gare. L’augurio è che possa diventare uno sport olimpico e gira voce nell’ambiente che ciò possa accadere già dalle Olimpiadi del 2022. Noi incrociamo le dita».

 

Giorgio Capodaglio

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