Sport vari | 02 gennaio 2018, 09:51

Czech Point - Capodanno edition (sci nordico)

Come sta la squadra ceca in vista dei Giochi Olimpici in terra coreana?

Czech Point - Capodanno edition (sci nordico)

Giunti circa a due quinti di stagione invernale, con i Giochi Olimpici che si stagliano, sempre più percepibili, all'orizzonte, è tempo di un primo bilancio in casa ceca. Dando uno sguardo a quanto accaduto quattro anni fa in riva al Mar Nero, limitandoci alle discipline nordiche, il team mitteleuropeo, in Asia, dovrà “difendere” cinque medaglie (delle altre tre parleremo diffusamente prima dell'Epifania), ottenute a Sochi 2014. Tre agenti e due bronzi, tutti portati in dote dal biathlon. Moravec archiviò un doppio podio, chiudendo in seconda piazza l'inseguimento ed in terza la gara con partenza in linea. L'altra medaglia in ambito maschile giunse grazie a Soukup, che strappò un terzo posto dal valore inestimabile nella sprint. Ci fu gloria anche per il comparto femminile, con l'argento di Koukalova (all'epoca ancora Soukalova) nella mass start. La cinquina di soddisfazioni pesanti fu completata dal secondo posto nella staffetta mista, composta dai tre medagliati nelle gare individuali più Veronika Vitkova. Un bottino formidabile, che issò la Repubblica Ceca al secondo posto della speciale classifica del numero di medaglie ottenute nel biathlon (non nel medagliere classico, perché in tal senso pesò in negativo la mancanza di un successo).

All'altezza di Capodanno, ipotizzare un'Olimpiade ceca su livelli simili sembra utopia. La leader assoluta del movimento Koukalova, vincitrice della coppa del mondo 2016, è ancora ferma ai box per un problema spinoso ai muscoli tibiali, che la sta tenendo lontana dalle competizioni in questa stagione e potrebbe addirittura metterne a repentaglio la partecipazione all'evento coreano. In sua assenza, Vitkova e Puskarcikova stanno provando a fare un passo in avanti, cercando di prendere il timone del team tra le proprie mani, ma se Veronika, pur ancora lontana dall'eccellenza della disciplina, ha ritrovato percentuali accettabili a terra e mostrato un buon passo sugli sci (non a caso si trova in quindicesima posizione generale di coppa), lo stesso non si può dire per Eva, apparsa solo lontana parente dell'atleta brillante della passata stagione. Alle loro spalle, nelle ultime settimane, due giovani hanno alzato un pochettino i giri del loro motore: sia Davidova (attesa, visto il talento fulgido della classe '97), in grado strappare sei punticini di a Le Grand Bornand (35esima nella 7,5 km), che Jislova (forse più sorprendente), che in Francia si è regalata una sprint da protagonista, archiviando per la prima volta un risultato tra le migliori trenta (24esima), hanno lasciato intendere come si possa puntare su di loro, almeno a medio-lungo termine. In ottica Staffetta, comunque, la sensazione è che, senza la miglior Koukalova, la rappresentativa ceca non possa essere della partita per la zona podio. Un annuncio sulla decisione definitiva in relazione a Pyeongchang della 28enne di Jablonec nad Nisou dovrebbe arrivare alla metà di questo mese. Attorno alla sua scelta (e, a cascata, alla sua forma in Corea) ruoteranno quasi tutte le possibilità del team di Rybar di strappare risultati eclatanti in Asia. Il settore maschile, infatti, sta vivendo un avvio di annata agonistica molto negativo. La presenza di ragazzi cechi nella top20 di gare di coppa del mondo è stata, almeno sin qui, la preoccupante eccezione di una regola basata su difficoltà di vario genere, tra problemi fisici e un'età non più floridissima di alcuni dei referenti principali della squadra. I veterani di lungo corso Moravec (fiaccato anche da una preparazione estiva con il freno a mano tirato) e Slesinger non sono ancora entrati in condizione, mentre i “giovani” Krcmar e Vaclavik stentano a decollare, anche a causa di alcuni acciacchi fisici. Dopo tre tappe di World Cup, il miglior ceco nella graduatoria generale del massimo circuito è Krcmar, che si trova in 36esima posizione. Una situazione, dunque, non ottimale, anche se i “grandi vecchi” hanno già dimostrato nel recente passato di poter salir di colpi nel corso degli eventi più importanti, anche se il livello attuale del biathlon maschile non lascia troppo spazio di manovra in tal senso.

Se il biathlon piange, il salto non ride. Anzi, sin qui, per i ragazzi cechi, la stagione è stata tutta in salita, ed il gran premio della montagna non sembra così vicino. Koudelka, che a novembre, anche tra gli addetti ai lavori, era considerato un potenziale candidato per stazionare stabilmente nelle prime 15/20 posizioni delle gare, sta incappando in un inizio d'annata agonistica complesso. Dopo diverse settimane di Coppa, Roman ha archiviato solamente un punticino. Un bottino misero, indice inequivocabile di una situazione difficile, nonostante i buoni propositi in avvio di autunno. Stursa, invece, ha raccolto due punti in più del 28enne di Turnov, ma è comunque lontano dagli standard della primissima parte della scorsa stagione. Non va meglio nemmeno per il campione del mondo Junior Polasek, che, in stagione, non ha ancora archiviato un singolo punticino.

Le note più liete (o forse solo meno stonate) di questo dicembre appena conclusosi, in casa Repubblica Ceca, portano i nomi di Tomas Portyk e Petra Novakova. Il 21enne combinatista ha infilato, in quel di Ramsau, una due giorni di assoluto spessore. Super competitivo sul trampolino stiriano, il ragazzo di Jilemnice, soprattutto nella prima delle due gundersen del weekend, ha sfoderato un passo sugli sci in grado di tenerlo in quota, riuscendo anche ad archiviare una top10 (ottavo), la seconda in carriera in gare di primo livello (la prima era arrivata due anni prima, proprio a Ramsau, con un decimo posto). Risultati che lo hanno proiettato in 29esima posizione generale di coppa del mondo. La 24enne fondista, invece, ha dimostrato negli ultimi 30 giorni di poter essere competitiva per le prime 20 posizioni nelle 10 km a tecnica libera. Per lei, in quel format di gara, tredicesima piazza assoluta a Davos, e ventisettesima, la settimana successiva a Dobbiaco. Prestazioni di valore, accompagnate anche dal diciasettesimo posto finale nella sprint di Lenzerheide, anche se da contestualizzare all'interno di un mulstistage, pur di peso, come il tour de ski.

Matteo Viscardi

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