Sci di fondo | 19 febbraio 2024, 07:26

Sci di fondo - Pellegrino emozionato dal pubblico statunitense: "Un ambiente che poche volte ho trovato in carriera. La vittoria di Gus Schumacher mi ha riportato alle emozioni di Cogne 2019"

Foto credit: Newspower

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Quello di Minneapolis è stato un fine settimana molto bello per Federico Pellegrino, che il poliziotto valdostano porterà a lungo nel cuore. Non tanto per le ottime prestazioni, dal momento che ha conquistato un bel secondo posto nella sprint e un ottimo settimo nella 10 km a skating, che è anche il suo miglior risultato nel format in Coppa del Mondo.

Pellegrino è rimasto impressionato dalla grande cornice di pubblico, che ha risposto alla chiamata della beniamina locale Jessie Diggins e gli altri statunitensi, godendo anche della fantastica e sorprendente vittoria di Gus Schumacher, quasi da film hollywoodiano, ma soprattutto dal loro affetto, dal momento che l’azzurro ha ricevuto il sostegno del pubblico americano, che ha più volte scandito il suo nome già a partire dal riscaldamento. Qualcosa del tutto inaspettata per l’azzurro.
«È stata un’esperienza emozionante. Già in occasione della sprint, nel corso del giro di riscaldamento, quando mancava ancora un’ora alla qualificazione, c’era tantissima gente a bordopista. A ogni metro c’era qualcuno che scandiva il mio nome. Sapere di essere tifato e apprezzato anche qui, così lontano da casa, mi ha dato una grande carica, sia nella sprint di sabato che nell’individuale di domenica, quando mi è accaduto lo stesso durante il riscaldamento. Addirittura domenica, mi sono spesso fermato ad ascoltare il pubblico urlare il mio nome, che è stata la cosa più bella di questo fine settimana. Ho trovato un'atmosfera che poche volte ho vissuto nella mia carriera e oggi, vedere Gus Schumacher vincere, mi ha fatto tornare indietro alle emozioni della vittoria a Cogne nel 2019».

Insomma un pubblico statunitense che si è dimostrato appassionato e voglioso di vedere da vicino campioni dello sci di fondo internazionale, che per anni ha visto soltanto da casa, sostenendo dalla tv Jessie Diggins.
Ma ovviamente quella negli USA non era una gita, c’erano delle importanti competizioni da fare e, come sempre, Pellegrino ha dato tutto, a partire dalla sprint. «Il tracciato e la neve erano adatti alle mie caratteristiche, quindi era un’occasione che non volevo farmi sfuggire. La qualificazione l’ho gestita diversamente rispetto al solito, sono partito a tutta e ho retto fino al traguardo. Alla fine sono riuscito a rimanere non troppo distante da Klæbo. Ciò mi ha fatto capire che nelle batterie, gestendo bene la gara tatticamente avrei potuto dire la mia. So quanto sia difficile battere Klæbo, bisogna essere tanto sicuri di sé per farlo ed io lo ero abbastanza, ma non è bastato per andare oltre il secondo posto. È stata comunque una gara super. Sono contento, perché semifinale e finale hanno avuto un ritmo molto atlo, tanti si staccavano, ma io stavo bene e aspettavo solo gli ultimi 300 metri per giocarmi le mie carte e dire la mia. Ci ho provato, qualche volta sono anche riuscito a battere Klæbo, ma non in questa occasione».

In occasione della sprint di Minneapolis, è arrivato anche il sesto posto di Daprà, che ha ottenuto il suo miglior risultato in carriera, oltre a una prestazione positiva anche di Barp, Hellweger, Ganz e Monsorno. «Ci tengo a sottolineare l’andamento della squadra azzurra. Siamo qui orfani di tre elementi non da poco, come Graz, che non è riuscito a partire, De Fabiani che avrà tutto il tempo per rimettersi e tornare sui livelli, e Mocellini, con quella maledetta e sfortunata caduta di Canmore, che ha anche influito sul morale di tutti noi. Noi quattro che siamo rimasti qui abbiamo tutti fatto veramente una bella prestazione. Anche le ragazze si sono ben comportate».

Non solo la sprint, perché Pellegrino può essere soddisfatto anche della sua prova nella 10 km a skating: «Domenica ho ottenuto il mio miglior risultato in questo format. Sapevo che si potevano creare delle buone possibilità, anche di treni. Nel primo giro sono andato più abbottonato, in quanto sapevo che avrei potuto trovare Vermeulen alla sua partenza e volevo farmi trovare pronto a riuscire a rispondere ai suoi primi chilometri a tutta. Così è stato, ho gestito bene il primo giro, ho fatto il secondo con lui e nel terzo si è aggiunto anche Burman, poi verso la fine ho fatto la mia accelerazione verso questo che è un bel risultato. Da un parte, peccato perché oggi per 4” ho mancato il  podio e 10” non ho vinto. Però, devo dire che i treni passano e bisogna farsi trovare alla stazione, io ho la consapevolezza che oggi mi sono fatto trovare lì e l’ho preso, ottenendo un buon risultato. Sono quindi contento di aver gestito al meglio le dinamiche di una gara particolare, nella quale bisognava anche interpretare il vento. Inoltre il tracciato aveva tante curve, c’erano tante cose che mi si addicevano. Sono contento di tornare a casa dopo questa bella due giorni negli Statu Uniti. Tornando a quanto detto all’inizio, è stato bellissimo ascoltare il pubblico urlare il mio nome».

Giorgio Capodaglio

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