La Finlandia si gode le bellezze naturali italiane e sfrutta le condizioni alpine per la preparazione estiva. Nei giorni scorsi, in particolare il 13 luglio, a Livigno si è concluso il raduno in quota della nazionale finlandese di biathlon, giunta in Valtellina per un primo blocco di lavoro sul suolo italiano nello stesso periodo in cui in queste zone era impegnata anche la nazionale degli Stati Uniti. Un periodo di due settimane iniziato il 29 giugno, che ha permesso ai nordici di mettere in cascina ore importanti, godendo di una varietà di terreni che in Finlandia, dove i dislivelli son ben meno marcati, non è semplice incontrare.
Presenti all’appello tutti i componenti della squadra A, composta al maschile da Olli Hiidensalo, Jaakko Ranta, Tero Seppälä, Arttu Heikkinen e Otto Invenius e ampliata al femminile da Suvi Minkkinen, Venla Lehtonen, Sonja Leinamo e Inka Hämäläinen.
A fare un bilancio del periodo livignasco è Erik Kulstad, allenatore finlandese, intervistato dai canali ufficiali dell’IBU: “I primi giorni, quando non si ha molta familiarità con un luogo, ci si dice un sempre ‘Oh, non possiamo farlo come volevamo o come avevamo previsto’. Ma poi abbiamo trovato un bel ritmo… I nostri obiettivi principali sono l’acclimatazione e l’abituarsi alle salite in Europa, per diventare più forti man mano che procediamo con il raduno, su terreni più duri di quelli che abbiamo in Finlandia”. E in effetti, è proprio sull’adattamento a condizioni di lavoro poco familiari che si sofferma Kulstad: “La differenza è l’aspettativa di velocità. Parlando con uno degli atleti, ci hanno detto: ‘Mi sento un po’ pigro quando lavoro adesso, come se potessi andare più veloce’. Se ci si basa su quanto si potrebbe andare veloci, è facile esagerare, bisogna trattenersi. Devi accettare di essere in modalità di adattamento, soprattutto nei primi giorni, invece di andare troppo veloce… abbiamo detto loro di andarci piano quando fanno cose come la corsa in montagna”.
Tra le attività svolte a Livigno dalla Finlandia, infatti, non ha trovato spazio solo lo skiroll, bensì diverse uscite di corsa o in bici. Tutti terreni in cui la disabitudine alla quota dei finlandesi ha fatto la differenza. Lo sa bene Otto Invenius, atleta del gruppo nazionale, che spiega: “Si nota la differenza la prima volta che si va ad allenarsi. Non è una sensazione facile. Devi andare un po’ più piano rispetto a come si fa in Finlandia… Durante la notte, il recupero è più lento e sembra che l’allenamento sottoponga il corpo a uno stress maggiore. Sono lento nell’adattarmi all’alta quota. Penso che tutti siano migliori di me in questo, ma Arttu Heikkinen è probabilmente il migliore della nostra squadra. I primi quattro giorni ero davvero morto. Non mi sentivo così stanco dall’inverno, quando ero malato”. Sensazioni che tuttavia non hanno influito sul lavoro al poligono di Invenius, dove è riuscito a gestire fin da subito la respirazione sotto sforzo: “Faccio sempre due respiri veloci tra un colpo e l’altro, quindi è andata bene. Questo si adatta bene all’altitudine”.
A impreziosire il periodo italiano dei finlandesi, la concomitanza con il raduno degli Stati Uniti, che hanno condiviso con i finnici diversi allenamenti, prima di spostarsi ad Anterselva. Una circostanza che ha favorito il confronto e la condivisione, contribuendo a rendere ancora più speciale un’esperienza che Invenius ha apprezzato particolarmente: “Il panorama è bellissimo. E lo è anche il fatto di aver incontrato dei buoni amici qui (tra i quali l’americano Campbell Wright, ndr). È bello avere delle salite per allenarsi, in Finlandia non abbiamo questo lusso”.
Ma non è tutto per la Finlandia del biathlon, che farà ritorno in Italia nei prossimi mesi: sono infatti in programma due raduni presso la Südtirol Arena di Anterselva, prima a fine agosto e poi nuovamente a inizio ottobre.