Si è concluso questa mattina presso Corte d’Appello di Borgarting (Norvegia) il processo riguardante l’accusa di corruzione nei confronti di Anders Besseberg, ex presidente dell’International Biathlon Union (IBU). A riportarlo, l’emittente norvegese TV2. La sentenza, che conferma la colpevolezza del 79enne, condanna a tre anni di reclusione per gravi reati di corruzione l’ex dirigente, riducendo però di un mese la pena inflitta nell’aprile 2024 dal tribunale distrettuale di Buskerud, a differenza di quanto chiesto dall’accusa, ossia alzare la pena detentiva incondizionata a 3 anni e 7 mesi. Oltre alla pena detentiva, i giudici hanno inoltre disposto la confisca di due orologi di pregio, diversi trofei di caccia e una somma di circa 1.07 milioni di corone (circa 90.000 euro, ndr), corrispondente al valore stimato dei viaggi di caccia finanziati da terzi. Il verdetto conferma che l’età avanzata e la pressione mediatica subita dall’imputato non possono essere considerate attenuanti. Infine, non è stata imposta alcuna multa e Besseberg non dovrà pagare le spese legali, così invece inizialmente richiesto dall’accusa. La difesa ha immediatamente annunciato che presenterà ricorso presso la Corte Suprema norvegese.
Secondo la Corte, Besseberg avrebbe accettato per molti anni benefici indebiti da funzionari russi e da aziende partner della federazione internazionale, tra cui orologi di lusso, un’auto in leasing, viaggi, battute di caccia, e persino prestazioni sessuali. Per alcuni capi d’accusa, tra cui quello relativo a un orologio del valore di 70.000 corone (6.000 euro circa, ndr) ricevuto durante una gara in Russia nel 2013, Besseberg è stato invece assolto.
Nel processo d’appello, durato cinque settimane, sono stati ascoltati testimoni già sentiti in primo grado, oltre a due figure di rilievo dello sport russo, Viktor Majgurov e Sergei Kushchenko, che hanno negato qualsiasi condotta scorretta.
La difesa, guidata dall’avvocato Fredrik Berg, ha ribadito che non vi è prova che Besseberg abbia concesso vantaggi alla Russia in cambio dei doni ricevuti. “Il punto centrale è che si crede che la corruzione non sia stata finalizzata a ottenere alcun vantaggio. Questo è stato un tema importante sia in primo grado che in appello. Ciò significa che si tratta di un caso di corruzione pura. Ed è un caso molto particolare. Si tratta di un caso di corruzione senza contropartita” ha commentato il legale, sottolineando la volontà di portare il caso davanti alla Corte Suprema “La corte è stata divisa su cosa debba essere considerato corruzione aggravata. Pertanto, si tratta di un caso al limite di ciò che è corruzione aggravata. È difficile capire dove sia il confine nella normativa sulla corruzione”.
Besseberg ha guidato l’IBU per 26 anni, dal 1992 al 2018, quando diede le dimissioni a seguito dell’apertura dell’inchiesta. In Norvegia, il caso Besseberg è spesso descritto come uno dei più grandi scandali sportivi del Paese. Al termine del processo, l’ex presidente aveva ammesso di aver accettato il peso e le conseguenze della vicenda sulla sua reputazione: “Indipendentemente dal verdetto, ho già capito che per alcuni sarò ricordato come un presidente scandaloso, per altri come ‘Mr. Biathlon’” aveva dichiarato a Dagsavisen.