La vittoria di Einar Hedegart nella 10 km a skating di Trondheim di domenica scorsa ha fatto sicuramente mostrato al mondo la nascita di nuova “stella” nel firmamento degli sci stretti norvegesi, ma c’è di anche più: questo trionfo ha di certo riacceso il fuoco – mai davvero estinto – dell’annosa quaestio, aperta in Norvegia ma non solo, tra fondisti e biathleti. E chi meglio dei suoi compagni del circuito del biathlon per commentare un successo che è destinato a protrarre questo dibattito lungo tutta la stagione.
L’inviato di Fondo Italia in Coppa del Mondo, Giorgio Capodaglio, ha raccolto le impressioni di quattro protagonisti del weekend di Oestersund, che hanno rivelato di aver seguito attentamente le vicende del loro “collega”. Martin Uldal, che conosce Hedegart da tanti anni, non ha nascosto l’entusiasmo: “Lo conosco abbastanza bene, siamo buoni amici dai tempi della scuola, è super forte ed è bellissimo da vedere quello che sta facendo. Eravamo tutti insieme a vedere il suo arrivo nella 10km, abbiamo gridato forte. È stato davvero pazzesco! Mi sono allenato qualche volta con lui questa estate ed è davvero bravo.” A colpire il biatleta 24enne è anche l’ascesa della sua generazione nel panorama delle discipline invernali: “È incredibile vedere persone della mia età fare davvero bene, Botn naturalmente, ma anche Isak (Frey), per noi è divertente!”
Il leader del movimento del biathlon norvegese, Sturla Holm Lagreid, non si fa problemi a lanciare qualche provocazione nei confronti dello sci di fondo, impressionato da quanto fatto da Hedegart e dal valore di quel risultato per tutta la disciplina: “Se c’è qualcuno che poteva farlo era sicuramente Einar. È un ragazzo incredibile! Scia velocissimo ed è ha un talento incredibile! Un biatleta che vince nel fondo significa tantissimo, per noi dimostra che se vogliono della vera concorrenza, i fondisti devono gareggiare anche con noi.” Il vincitore della Coppa del Mondo generale della passata stagione è quasi rammaricato che il giovane atleta, che negli ultimi Campionati Nazionali nel marzo scorso ha sconfitto tutta la concorrenza nazionale, ben più quotata, in occasione della Mass Start a Stiklestad, non sia della partita tra l’élite del biathlon: “Einar è semplicemente spettacolare, il suo livello è altissimo. Sarebbe interessante vederlo qui nel circuito del biathlon con una carabina, ma è pur vero che sciare con l’arma sulle spalle è una cosa completamente diversa quindi credo che non conosceremo mai la differenza reale del suo livello tra fondo e biathlon, quel che è certo è che nel fondo è molto in alto.”
Sivert Guttorm Bakken, protagonista di un grande ritorno ad alti livelli in Coppa del Mondo dopo le difficoltà degli ultimi anni, sottolinea come forse un tratto distintivo della loro generazione è proprio la capacità di ribaltare situazioni avverse.: “È incredibile, fortissimo! Si sta meritando alla grande questa opportunità in Coppa del Mondo, sappiamo che il suo livello è altissimo. Certo sapevamo che poteva far bene, ma non sai mai se puoi vincere una gara. La nostra generazione è davvero forte, è incredibile che sia riuscito a mettere a posto la forma in così poco tempo: nelle gare di inizio stagione a Geilo non sembrava stare al meglio sugli sci e ora nelle gare di sci di fondo sembra il migliore al mondo, sono davvero ammirato!” Con un pizzico di ironia, Bakken fa inoltre notare come il mondo dello sci di fondo sia pronto a a giustificare di solito queste prestazioni pur di non ammettere che sì, anche i biathleti possono andare forti sugli sci: “È divertente vedere le reazioni attorno: quando lui fa bene allora tutti dicono che non è veramente un biathleta, è un fondista. E questo solo perché ora lo vogliono per sé. “
Come sempre, il più istrionico dei commenti arriva da Vetle Sjaastad Christiansen, che racconta di aver vissuto la gara con la passione di un tifoso, lasciandosi andare poi, con il suo humour, ad una simpatica confessione “Sono così orgoglioso di lui. Abbiamo visto la gara tutti insieme nel soggiorno ed io sono saltato sul divano urlando quando abbiamo visto che Ree era solo 4 decimi dietro, ero così felici. È davvero incredibile vedere che biathleti di medio livello (in Norvegia, ndr) possono battere i migliori fondisti al mondo, perché nel biathlon non va così veloce ed è pazzesco che riesca poi a farlo nel fondo. Scherzo sempre sul fatto che se fossi donna avrei di certo una cotta per lui, ne sono quasi innamorato!” Christiansen coglie anche l’occasione per alimentare – volutamente – il dibattito tra fondisti e biathleti, arrivando a scomodare un paragone importante: “Non è vero che i biathleti non sono dei buoni fondisti e in questo dibattito cerco sempre di gettare benzina sul fuoco. Qualcuno si domanda se Johannes Boe sia stato il miglior fondista negli ultimi 15 anni e io credo che lo sia stato di certo a skating. Quando vedi che quello che sta facendo ora Hedegart e sai quello che ha fatto in alcune gare Johannes negli ultimi anni … beh è tutto quello che c’è da sapere. Durante l’Individuale dei Mondiali di Oberhof, l’allenatore dei francesi ci ha detto che senza ombra di dubbio avrebbe demolito qualsiasi fondista, quello che Boe ha fatto in quella gara è stato assolutamente fuori da questo mondo. Sono contento che finalmente anche noi biathleti riusciamo a essere riconosciuti come buoni fondisti.”
È chiaro dunque che la vittoria di Hedegart sulle nevi di Trondheim non può essere solo un risultato sportivo, ma un altro tassello in una discussione in cui i biatleti non hanno alcuna intenzione di restare “attori non protagonisti” sugli sci stretti. E con talenti come quello di Hedegart la discussione è destinata a durare ancora a lungo.


