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Biathlon

Tra sport e spettacolo, la preoccupazione di Samuelsson per il biathlon del futuro: “A un passo dal limite”.

Photo Credits: Dmytro Yevenko

La sua esultanza in quel di Oslo-Holmenkollen in occasione della vittoria nella Mass Start conclusiva della stagione di Coppa del Mondo 2024/2025, in cui ha zittito il pubblico norvegese, sfilando di fronte agli spalti ha confermato come Sebastian Samuelsson sia un atleta che può mettere tutti d’accordo per le sue prestazioni, ma altrettanto non si può dire per le sue esternazioni, non sempre condivise. Lo stesso svedese, in una intervista a Expressen ricorda di aver ricevuto reazioni diverse per quella mossa all’arrivo.

“I norvegesi hanno iniziato ad acclamarmi quando mi hanno visto arrivare al traguardo. Se lo fai con il sorriso tutti pensano che sia divertentissimo che ci sia questa lotta Svezia-Norvegia. Ovviamente, leggendo alcuni commenti, c’è chi ha pensato che fosse molto esagerato e presuntuoso, mentre altri pensano che sia divertente.”

Per il 28enne però non si tratta solo di sana rivalità agonistica: il biathlon, che lo si guardi sugli spalti, a bordo pista o da casa, è anche e soprattutto spettacolo. “Penso che sia importante sapersi proporre e non essere noiosi. È sport, ma è anche intrattenimento a cui in qualche modo dobbiamo contribuire.”

Un pensiero quello del classe 1997, presidente del Comitato Atleti IBU, condiviso dalla stessa Unione Internazionale, che in questi ultimi anni sta lavorando alacremente per portare sempre più vicino al pubblico la disciplina, con tante iniziative che di contorno alla stagione: i Mondiali Estivi, per esempio, che hanno portato i campioni a gareggiare anche in località che normalmente non vengono toccate dal massimo circuito, così come il Loop One Festival, la cui prima edizione si terrà a Monaco di Baviera il 18 e 19 ottobre ottobre prossimi; ma anche il calendario di Coppa del Mondo, a partire dal prossimo quadriennio olimpico, verrà ridisegnato per portare lo spettacolo del biathlon nelle case degli appassionati durante le vacanze natalizie, periodo dell’anno in cui in Europa continentale gli sport invernali ricevono il massimo dell’interesse e anche dell’attenzione mediatica e il pubblico li segue con grande interesse.

Una scelta che sicuramente scalda i cuori di tanti fan che soffrivano la lunga pausa tra il primo e il secondo blocco stagionale, ma gli atleti non la vedono con altrettanto favore, specialmente coloro che hanno una famiglia a casa ad aspettarli. Samuelsson, a nome proprio e dei colleghi che rappresenta, esprime preoccupazione.

“Capisco tutte le forze che ci sono dietro e perché vogliono farlo, ma è chiaro che si ha la sensazione di essere già via troppo a lungo e ogni weekend in più o tre giorni in più – a un certo punto diventa troppo e si ha la sensazione di essere a un passo dal limite. A quel punto devi iniziare a stabilire delle priorità, a decidere cosa fare e cosa non fare.”

Per questo motivo, considerando quanto sta cambiando lo sport – con carriere sempre più longeve e atleti che mettono su famiglia mentre sono ancora in attività, donne comprese – la Svezia sta lavorando in favore degli atleti, affinché compagni e figli possano essere più vicine agli atleti, sia durante la stagione che durante la preparazione estiva.

“Ora stiamo cercando di aprire un dibattito all’interno della squadra su come portare la famiglia ai raduni, in modo che lo sport sia ancora al centro dell’attenzione, ma si possa passare più tempo insieme” ha spiegato il biathleta, che un anno fa circa è diventato padre per la prima volta della piccola Elsa “Si tratta di trovare altri modi per rendere il tempo trascorso lontano un po’ più facile.”
Con un programma fitto di allenamenti, Coppa del Mondo e Campionati del Mondo, non c’è tempo per un regolare congedo di paternità. “È difficile, siamo spesso via per periodi di tre settimane. Credo che sia sempre più difficile, più lei cresce e più capisce. Ma ero già preparato a questo e sono consapevole che non potrò avere un lungo congedo di paternità. Bisogna cercare di gestire il più possibile le cose una volta tornati a casa. Non deve essere nulla di speciale, basta essere presenti e fare cose insieme.”

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