Inizia nel migliore dei modi la Moa Lundgren: due quarti posti, uno nella sprint di venerdì e uno nella 10km in classico di sabato. Due risultati che, letti solo sulla classifica finale, parlano di solidità e buon stato di forma: ma che assumono un peso ancora maggiore se si guarda a ciò che la svedese ha vissuto nelle ultime settimane.
La 27enne ha raccontato a SVT, con l’emozione palpabile dalla voce e dal volto pieno di lacrime, al termine della gara di ieri, infatti è reduce da uno dei periodi più duri della sua vita, segnato da lutti e problemi di salute.
Durante il raduno della nazionale svedese sulla neve a Vålådalen, tre persone del suo entourage sono venute a mancare. Una serie di colpi durissimi, tutti insieme. Come se non bastasse, Lundgren ha poi contratto il Covid-19, venendo così fermata proprio nella fase cruciale della preparazione verso l’inizio della stagione.
“Ho passato una prima settimana di novembre molto difficile, con la morte di più persone. È stata dura. Ma è davvero fantastico essere qui e poter gareggiare, anche se oggi è ancora difficile.”
Allenarsi “a metà” alla vigilia dell’inverno non è certo lo scenario ideale per un’atleta di alto livello. Eppure, nonostante allenamenti ridotti e condizioni non ottimali, Lundgren è riuscita a rientrare in pista e a giocarsi le posizioni che contano.
“Ogni giorno va un po’ meglio, ma non è la situazione ideale per un’atleta d’élite non potersi allenare come vorrebbe all’avvicinarsi della stagione. Il resto è normale, ma resta comunque difficile”.

