Sci di fondo | 16 gennaio 2019, 14:38

"Semplicemente Chicco" - Pellegrino non cerca giustificazioni: "A Dresda sono stato un pollo"

Nel suo appuntamento settimanale sul proprio sito ufficiale il campione valdostano ha parlato della sconfitta di Dresda

Foto Nordic Focus

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Federico Pellegrino non è tipo che si tira indietro, quindi anche dopo un weekend difficile, da rimuovere, come quello di Dresda, il campione valdostano è stato puntuale come sempre con i suoi tanti tifosi e ha pubblicato sul proprio sito ufficiale il nuovo appuntamento con "Semplicemente Chicco", la rubrica che tiene da inizio stagione ogni martedì.

Come di consuetudine ve ne riportiamo alcuni stralci, mentre per la lettura completa della rubrica vi invitiamo ad andare sul sito ufficiale dell'azzurro cliccando qui.

Già il titolo è ben chiaro: "La Sconfitta". Il campione del mondo nella sprint di Lahti ha analizzato quanto accaduto a Dresda, senza giudicare nei particolare la decisione di squalificarlo: «Vi avviso già che non entrerò nel merito della decisione della Giuria FIS - ha esordito Pellegrino - di reputare il mio sorpasso ai danni di Gros come irregolare, che, come ho già detto ai media, a mio parere, rimane discutibile solo per il fatto che in casi analoghi la pena inflitta non sia stata così tanto penalizzante, anzi, a volte non sia stata neanche reputata necessaria».

Quindi Pellegrino ha giudicato la propria condotta di gara nella due giorni tedesca, non cercando giustificazioni. «Molto spesso è capitato di esser stato definito “falco” per la mia astuzia tattica e velocità nel saper cogliere i momenti giusti per andare a tutta - ha ammesso - in alcuni casi addirittura staccando gli avversari. In questi giorni, a Dresda, invece, credo proprio di essere stato in più di una occasione un pollo. Sono il primo a dirlo ed il primo ad esserne rammaricato. Ovviamente è importante per me riuscire sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno in queste situazioni, perché lasciarmi prendere dallo sconforto non può certo aiutare nel proseguo della stagione, anzi sarebbe un boomerang pericoloso. Anche i weekend negativi vanno analizzati nel dettaglio, esattamente come faccio in quelli nei quali sono arrivato all’obiettivo programmato. Perché sul lungo periodo sono l’impostazione della gara e la tenuta mentale a fare la differenza e non il singolo risultato, che può essere imprevedibilmente positivo o negativo».

L'azzurro ha quindi spiegato come sono nate le sue scelte: «Il mio modo di correre di oggi è nato sicuramente in risposta alle delusioni dei primi anni in Coppa del Mondo. Mi capitava spesso di partire a tutta, di fare gara di testa dall’inizio alla fine ma di dovermi accontentare poi, in finale, solo di qualche piazzamento [...] succedeva perché fare gara di testa è molto dispendioso sia dal punto di vista fisico che da quello emotivo e nervoso. Così mi capitava spesso di arrivare in fondo senza birra a sufficienza per provare poi un attacco decisivo. Queste batoste mi hanno spinto ad escogitare un personale approccio tattico alla gara  sfruttando appieno quella che a mio parere è la mia carta migliore: il cambio di ritmo. Accendere la miccia in un preciso momento dunque fa parte del piano di gara ma non sempre tutto va come preventivato e basta un contatto, come quello di sabato a far crollare i piani e le valutazioni».

Quindi è arrivata la delusione e la doppia sconfitta: «Rischiare così tanto nei quarti di finale ha reso palese che il momento dell’attacco decisivo l’ho cannato, prima sconfitta - ha sottolineato Pellegrino - un pollo insomma, perché domenica poi, avevo tutte le carte in regola per salvare il weekend con una bella TeamSprint e, dopo che il mio fido compagno Nöckler aveva fatto il suo solito super lavoro, dandomi l’ultimo cambio praticamente in testa, di nuovo, ho ripetuto lo stesso errore: troppo indietro e in mezzo ai casini nel momento decisivo. Pur avendo gambe e sci in grado di consentirmi tutt’altra tattica».

La delusione è tanta ma Pellegrino è pronto a ripartire partendo dalla quotidianità: «Ciò su cui è importante lavorare è la tenuta mentale, per impedire alla giornata no di lasciarmi troppe scorie mentali per le competizioni seguenti, cosa che non sono riuscito a fare tra sabato e domenica ma che in questi giorni, rientrato a casa, coccolato dalle torte di Greta e facendo i conti con me stesso raccontandovi questa sventura, già mi sembra di riuscire a fare».

Ora Pellegrino è pronto a ripartire: «Ecco diciamo che il weekend di Dresda è stato il mio lancio nullo e che adesso devo rimettermi, da qui ai Mondiali, a provare quante più traiettorie possibili, per prepararmi al lancio perfetto».

Per leggere il pensiero completo di Federico Pellegrino, clicca qui

G.C.

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