Sci di fondo | 14 febbraio 2019, 18:01

Fondo - Florian Cappello: "Questa convocazione è il premio per tutti i sacrifici che ho fatto"

L'altoatesino aggregato alle Fiamme Oro ha parlato a pochi giorni dall'esordio in Coppa del Mondo nella sprint di Cogne: "Per due anni mi sono allenato da solo, è stato difficile ma non ho mai mollato"

Fondo - Florian Cappello: "Questa convocazione è il premio per tutti i sacrifici che ho fatto"

Difficilmente avrebbe mai immaginato due anni fa, quando si era ritrovato ad allenarsi da solo nella sua Val Venosta, senza il sostegno di una squadra, di esordire in Coppa del Mondo. La passione di Florian Cappello per il fondo, però, si è dimostrata più forte di tutte le difficoltà, così l’altoatesino non ha mollato, ha continuato a lavorare molto duramente e, dopo essersi già guadagnato due convocazioni per i Mondiali Under 23, è riuscito a conquistare anche quella per la tappa di Coppa del Mondo di Cogne.

L’abbiamo contattato per conoscere meglio la sua storia e sentire dal giovane altoatesino, aggregato da quest’anno alle Fiamme Oro, cosa sta provando in questo momento. Ci siamo trovati di fronte a un ragazzo determinato, che non sa cosa significhi arrendersi.

Ciao Florian. Come hai reagito quando ti hanno comunicato di essere stato convocato per la tappa di Coppa del Mondo a Cogne?
«Quello di esordire in Coppa del Mondo è sempre stato il mio sogno, ciò per cui ho lavorato tanto negli anni, non ho mai mollato, anche quando nelle passate stagioni ho vissuto dei momenti tutt’altro che facili, allenandomi addirittura da solo perché ero senza squadra. Ora ho ricevuto un premio, che mi fa capire quanto abbia avuto senso lavorare duramente e non mollare mai. Sono felice e adesso proviamo a dare tutto».

Con quali aspettative affronterai la gara di Cogne?
«Innanzitutto voglio divertirmi e godermi questa bellissima esperienza. Sono curioso, poi, di vedere a che punto sono, quanto mi manca per essere a un certo livello. Non so cosa aspettarmi, voglio scoprire i ritmi della Coppa del Mondo e vedere quanto si alza il livello rispetto all’OPA Cup. Infine mi auguro che ci sia tanta gente».

Come mai in passato ti sei allenato da solo?
«Soltanto quest’anno, quando sono stato aggregato dalle Fiamme Oro, che ringrazio, ho avuto la possibilità di allenarmi con una squadra. Nelle due stagioni precedenti, invece, ho fatto la scuola di Malles, in Val Venosta, dove però non ci sono tanti fondisti della mia categoria, così mi sono ritrovato da solo. In pista sono stato sempre solo, ma ringrazio gli allenatori del Comitato Alto Adige e coloro che mi seguivano sin da bambino che mi hanno aiutato coi programmi. Per questo motivo considero questa convocazione come un premio a quanto ho fatto, ho avuto la dimostrazione che lavorando duro senza mai mollare si possono poi raccogliere soddisfazioni del genere. Questa è la terza, dopo aver ricevuto la convocazione per i Mondiali Under 23 di Goms lo scorso anno e quelli di Lahti in questa stagione».

Ci hai detto che in Val Venosta il fondo non è lo sport principale; allora, tornando indietro nel tempo, come è nata la tua passione per questa disciplina?
«Fin da bambino ho iniziato a praticare ciclismo e corsa, poi ho cercato uno sport per allenarmi anche durante l’inverno, così mi hanno proposto di provare il fondo. Avevo circa sei o sette anni, terminato il corso mi è piaciuto e ho proseguito, poi ho partecipato al Topolino ed è stata un’esperienza emozionante, al punto che non ho più smesso. Lo sci di fondo mi ha appassionato subito, tanto che andavo con gli sci anche sulle strade attorno a casa non appena nevicava».

La tua passione per il fondo deve essere enorme, per spingerti a proseguire nonostante ti allenassi da solo.
«Si ho veramente tanta passione, altrimenti non sarei arrivato fin qui. È uno sport durissimo, soprattutto quando ti alleni tante ore da solo, perché corri sempre contro la tua testa».

Descriviti come atleta: possiamo considerarti uno sprinter?
«No, in realtà non mi piace definirmi così, perché se sto bene posso anche fare una 50km. Mi piace molto gareggiare sulle distanze più lunghe, anche se fin qui le mie gare migliori le ho fatte nelle sprint».

Quale ritieni sia il tuo punto forte e dove credi di dover migliorare?
«Il punto di forza è nella testa, non mollo mai. Invece, credo di dover migliorare un po’ fisicamente, crescere nella forza, e riuscire poi a portare in gara quanto faccio in allenamento».

Qual è stato il momento fin qui più bello della tua carriera?
«Sicuramente quando ho ricevuto la convocazione per i Mondiali Under 23 della passata stagione, perché non ero nessuno, mi trovavo senza squadra ed ero poco conosciuto. In quel momento ho capito che lavorare paga».

Chi è il tuo idolo o punto di riferimento nello sci di fondo?
«Mi piace molto Dario Cologna sia come atleta che come persona. Inoltre lo sento molto vicino a me, in quanto anch’egli è stato ciclista ed era iscritto al mio stesso team: Junior Bike Team Lasa. Purtroppo non ho mai avuto l’occasione di conoscerlo».

Qual è il tuo sogno nel casseto, dopo aver già realizzato quello di esordire in Coppa del Mondo?
«Sicuramente entrare in un corpo sportivo per trasformare questa mia grande passione in un lavoro».

Dopo la tua prima convocazione in Coppa del Mondo hai qualche ringraziamento da fare?
«Se posso, vorrei ringraziare innanzitutto la mia famiglia perché mi sostiene da sempre. Poi gli allenatori del Comitato Alto Adige che mi hanno aiutato, le Fiamme Oro e infine tutti coloro che credono in me aiutandomi e dandomi fiducia»

Giorgio Capodaglio

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