Secondo appuntamento domenicale e terzo della stagione per la rubrica che accompagnerà l’estate di Fondo Italia e di tutti gli appassionati delle discipline nordiche, “Lo sapevi che…?”, dedicata alle curiosità, agli aneddoti e alle storie più particolari degli sport sugli sci stretti, quelli larghi, e persino quelli a rotelle.
Oggi il nostro giro tra fatti curiosi e aneddoti mette da parte sci e bastoncini (ma solo per un attimo) e si concentra con un protagonista del mondo delle due ruote a pedali: Mathias Vacek. Il 22enne ciclista ceco, appartenente al team Lidl-Trek, è stato una delle rivelazioni del Giro d’Italia 2025, soprattutto nelle primissime tappe, quando ha vestito la Maglia Bianca riservata al miglior giovane per 5 tappe (dalla seconda alla sesta) e occupando contemporaneamente il terzo posto in classifica generale della corsa.
Nel suo paesino della Boemia, in Repubblica Ceca, tutti stanno fanno il tifo per lui: anche se il podio non è ancora alla portata, quello che sta facendo è ugualmente importante, visto che è diventato il secondo ciclista ceco della storia a indossare la prestigiosa maglia bianca di un grande giro.
In occasione dei Giochi di Parigi 2024, il ceco ha ottenuto il 14esimo posto, eguagliando il miglior risultato per un ciclista ceco in una prova in strada dai Giochi del 1988. Pochi sanno però che questo grande talento sui pedali aveva già partecipato a dei Giochi Olimpici, anche se invernali: con un passato nello sci di fondo, Vacek ha preso parte ai Giochi olimpici giovanili invernali 2020 di Losanna, mentre era già attivo come ciclista nella categoria Allievi con il team italiano Fratelli Giorgi ASD di Torre de’ Roveri: una crescita, quella con la squadra italiana, che lo porterà tra l’altro ad imparare benissimo la nostra lingua, come dimostrano diverse interviste rilasciate durante la corsa rosa.
E durante il Giro, il ciclista ha proprio messo a confronto le due discipline in un video per il canale social del CIO, Olympic Games. “La sofferenza è sicuramente ciò che hanno in comune” ha scherzato Vacek “non direi che ci sono grandi similitudini tra il ciclismo e lo sci di fondo, ma di certo la fatica e dare il massimo sono tra queste.”
Di certo non il primo a fare questo “salto” di disciplina, come abbiamo già visto con un crack del fondo norvegese come Jørgen Nordhagen, come è arrivato a questo passaggio? “Era un mio obiettivo essere in occasioni come queste (al Giro d’Italia, ndr), era qualcosa su cui fantasticavo, e il fondo è stato sicuramente una parte del percorso e ora sono felice di esserci ora.”
Vacek e Nordhagen sono solo la punta dell’iceberg di un esodo di giovani talenti del fondo che sono passati al ciclismo: complici una maggiore prospettiva di stabilità economica, nel fondo sempre più difficile, contatti e collaborazioni con i team durante la preparazione estiva, le competizioni su pedali stanno diventando sempre più una grande attrattiva per i giovani fondisti.
E tu, lo sapevi?