Sci di fondo | 28 novembre 2017, 14:33

Il commento di Silvano Gadin: "Klaebo mi ha stupito per maturità e umiltà"

Il telecronista di Eurosport ha applaudito il norvegese, ma anche Pellegrino: "L'azzurro è stato eccezionale, una bella notizia in ottica olimpica, anche se battere questo Klaebo non sarà facile"

Gadin con Valbusa e Albarello in occasione dei Mondiali di Lahti

Gadin con Valbusa e Albarello in occasione dei Mondiali di Lahti

Agli appassionati di fondo mancavano la competenza, le emozioni e la simpatia suscitate dalle telecronache di Silvano Gadin, in compagnia di Fulvio Valbusa. Oltre a questo, le prime gare di Coppa del Mondo, disputate nel weekend, a Ruka, hanno regalato tanti argomenti, che abbiamo affrontato proprio in compagnia del giornalista di Eurosport.

Buon pomeriggio Silvano. È stato un weekend molto interessante, dove abbiamo avuto in particolare un grande protagonista.
«Si, Klaebo mi ha stupito per maturità e umiltà. Mi è piaciuto quando, appena vinta la sprint, ha dichiarato di voler fare bene anche il giorno successivo, dimostrando di essere un atleta che non si accontenta mai, come il nostro Pellegrino. Questo ragazzo può diventare uno dei più forti di sempre, perché ha 21 anni, è forte in classico, nelle sprint è una bestia, mentre in skating ha ampi margini di miglioramento e ha un fisico ancora da costruire. Può diventare anche un personaggio, perché è pacato e simpatico. Ho trovato, invece, ancora indietro Ustiugov, perché mi è sembrato appesantito per la preparazione, ma, al contrario, ho visto molto bene i giovani della Russia. Chervotkin e Bolshunov hanno ben impressionato, attenzione poi Spitsov. Questa Russia così giovane è uno squadrone pazzesco. Gli altri discorsi preferisco lasciarli fuori. Al femminile le gare di Ruka ci hanno dato una Bjørgen infinita. Quello che stupisce, dopo vent’anni di successi, è il fatto che abbia ancora la fame di vincere di una debuttante. Mi è anche piaciuta la signorilità della sua sfida con Kalla. Le due si sono aiutate a vicenda, mostrando un grande rispetto l’una per l’altra. La svedese, secondo me, sarà la donna da battere nella 10 in skating olimpica. Sono rimasto molto colpito dalla bella prestazione di Haga, atleta che sta emergendo in un movimento ricco di talento come quello norvegese. Anche al femminile, però, attenzione alla Russia, che ha una squadra competitiva e può essere una sorpresa. In generale ho visto in difficoltà la Svezia al maschile, anche se ha alcuni atleti di punta che salveranno il movimento nella stagione olimpica, ma attenzione perché vedo poco nei giovani. La Finlandia è ancora imballata, ma molto competitiva. Noi siamo messi come la Germania, purtroppo non abbiamo un grande bacino. Se soffre la Germania, che ha anche un movimento ricco, figuriamoci noi. Sono comunque curioso di vedere quanto la Finlandia soffrirà il ritiro di Sami Jauhojärvi e la Svezia quello di Olsson».

A proposito: qual è il tuo giudizio sulla prestazione degli azzurri?
«Ho visto un Pellegrino eccezionale, è stato bravissimo. Una bella notizia in ottica olimpica, anche se per battere questo Klaebo dovrà giocarsela in un altro modo, ammesso e non concesso che il norvegese mantenga questa forma per tutta la stagione. Peccato per De Fabiani, ma ho letto la sua intervista dove afferma di essere tranquillo, quindi non ho alcun dubbio, è un ragazzo che conosce bene il suo corpo. Salvadori ha fatto bene nella gara in skating. Ora aspettiamo un attimo, perché non penso che i nostri atleti andranno subito in forma. A Lillehammer non mi aspetto risultati clamorosi, anche se sono curioso di vedere come andranno in skiathlon Salvadori e De Fabiani, anche se quest’ultimo non ama tanto questo format. Diciamo che per capire bene a che punto siamo, secondo me, dovremo aspettare le gare di Dobbiaco. Nonostante tutto ho avuto la sensazione di una squadra serena, consapevole di poter far bene. Certo, non è il fondo di vent’anni fa, quando avevamo tanti atleti, oggi abbiamo meno ricambi. Per questo motivo sono molto contento e curioso di vedere Zelger impegnato in Coppa del Mondo. Magari in Norvegia le prenderà, visto che ci saranno tantissimi norvegesi al via, ma farà un’esperienza importante che lo responsabilizzerà».

A Ruka era presente, per la squadra femminile, la sola Ilaria Debertolis.
«Ilaria non è ancora in condizione, lei parte sempre lentamente. Debertolis, se sta bene, può ottenere degli ottimi risultati nella 10km in skating. A Ruka si è gareggiato in una 10 in classico, mentre domenica è caduta. Le altre azzurre, invece, faranno un test a Santa Caterina. La decisione di non fare, praticamente, una Squadra A femminile mi ha sorpreso in un primo momento, poi mi sono convinto che forse è stata una scelta buona, perché ha responsabilizzato tutti: le atlete e i corpi sportivi. Le fondiste sono molto motivate, vogliono dimostrare quanto valgono. Mi aspetto molto da Brocard, che ha fatto bene al Mondiale, poi penso che De Martin potrà tornare ad alti livelli, in quanto non credo che un’atleta entri più volte tra le dieci per caso. Inoltre mi auguro, tra Davos e Dobbiaco, di rivedere in azione Caterina Ganz ed esordire Anna Comarella, insieme ad altre atlete di quella generazione. Magari all’inizio potranno subire qualche pesante batosta, ma hanno i mezzi per emergere. Caterina, purtroppo, ha avuto un problema fisico che non le ha permesso di gareggiare in queste gare. Mi è piaciuta tanto lo scorso anno, poi l’ho vista in estate e mi ha impressionato moltissimo, quando ha affermato che non vuole solo andare in Coppa del Mondo, ma fare bene. Ha l’atteggiamento giusto. Insomma spero di vedere presto all’opera su palcoscenici importanti anche alcuni giovani, perché possono togliersi soddisfazioni. Per il futuro, quindi rimango ottimista, nonostante il nostro movimento non abbia grandi numeri».

L’Italia potrà togliersi soddisfazioni alle Olimpiadi?
«L’Italia nella team sprint può fare molto bene, perché la coppia Nöckler-Pellegrino è affidabilissima: Diddi in team sprint si trasforma, mentre Chicco non sbaglia mai questi appuntamenti. Anche nella sprint Pellegrino può arrivare a medaglia, è cresciuto tanto in classico e non lascia nulla al caso, so che pensa tutti i giorni a quella gara nei dettagli. Nella team sprint abbiamo qualche chance in più, sperando anche in un po' di fortuna, perché nelle sprint può accadere di tutto, a differenza delle distance dove nella maggior parte dei casi si impone chi è più in forma quel giorno. Comunque mi aspetto tanto anche da De Fabiani, perché è forte e intelligente, ha imparato molto dalla passata stagione. Se lui è sereno, allora sono tranquillo. Dobbiamo evitare di mettergli pressione, perché alle Olimpiadi può dire la sua, magari non in skiathlon, che non è la sua gara, nonostante sappia andare forte anche lì, e nella 50 sono convinto possa fare bene. Ha già dimostrato di essere un grande atleta, non si vince in Coppa del Mondo per caso. Sono ottimista».

Northug tornerà a dire la sua in questa stagione?
«Qualche dubbio è più che legittimo, perché ha una concorrenza pazzesca e non sarà così facile. Fosse un altro non gli darei tante possibilità di riuscirci, ma è un campione e farà più fatica rispetto ad altre volte. Alle Olimpiadi ci arriva, non mi aspetto però che torni in gara e vinca subito. Tribolerà anche lui, anche per alcuni suoi atteggiamenti. Da un lato avere un Klaebo così forte potrà essere uno stimolo in più. A proposito di grandi campioni, mi aspetto che torni ad alto livello Cologna».

Chi sono secondo te i favoriti per la Coppa del Mondo?
«Sarà una stagione molto particolare, perché diversi big non parteciperanno al Tour de Ski, in quanto cade molto più vicino all’evento olimpico rispetto al solito. Tra le donne, considerando il fatto che Kalla e Bjørgen non dovrebbero fare il Tour, penso che Heidi Weng sia ancora una volta la favorita, perché chi si impone nel Tour de Ski porta a casa moltissimi punti. Però in questi giorni non l’ho vista molto bene. Tra gli uomini, al di là di quanto accadrà con il Tour de Ski, il Klaebo di ieri è impressionante e può giocarsela contro il favorito Sundby.  Mi aspetto poi una stagione con la Russia protagonista: in squadra hanno lavorato bene e sono stati bravi nel riuscire a creare un vivaio competitivo in un momento non facile».

Giorgio Capodaglio

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