Biathlon | 18 marzo 2024, 02:00

Biathlon - Klaus Höllrigl festeggia la vittoria di Vittozzi e applaude la squadra: le parole del dt azzurro a Fondo Italia

Biathlon - Klaus Höllrigl festeggia la vittoria di Vittozzi e applaude la squadra: le parole del dt azzurro a Fondo Italia

Si sentono i canti di gioia dello staff tecnico azzurro, le urla, la festa di tutto il gruppo italiano, tecnici, skiman e atleti, per un finale di stagione ricco di soddisfazioni. Non soltanto la splendida Coppa del Mondo vinta da Lisa Vittozzi, ma anche la top ten e il pettorale blu di Giacomel, oltre agli ottimi piazzamenti ottenuti quasi in ogni tappa da altri giovani del team italiano.

Il direttore tecnico della squadra azzurra, Klaus Höllrigl, si gode il momento, è felice per tutto il team, è orgoglioso dei risultati ottenuti in questi primi due anni dal suo insediamento. Nonostante la stanchezza di una giornata lunga e stressante, quando l’adrenalina va scendendo e ci si inizia a rilassare, Klaus Höllrigl risponde alle nostre domande per commentare un giorno trionfale per il biathlon italiano.

Ci descriva le emozioni che ha provato e sta ancora provando nella giornata di oggi.

«Innanzitutto sono contentissimo per Lisa (Vittozzi, ndr), perché sono stato in squadra sei anni, ho vissuto i suoi alti e i suoi bassi. Sono sempre stato ben consapevole del suo grandissimo potenziale e pensato da sempre che lei avesse tutto per vincere la classifica generale di Coppa del Mondo, che è sempre stato il suo grande sogno. La giornata di oggi mi ha dato una forte emozione. Sono contentissimo soprattutto per lei, perché è riuscita a prendersi questo titolo che nel biathlon è il più difficile da conquistare, perché bisogna riuscire a mantenere continuità per tutta la stagione in uno sport davvero complicato».

Quando, due anni fa, le è stato affidato il ruolo di direttore tecnico, uno degli obiettivi era proprio quello di recuperare Vittozzi, che veniva da due anni di profonda crisi. In virtù di ciò, quanto è fiero del risultato ottenuto?

«Senza dubbio, questa squadra è stata costruita anche con l’obiettivo di far ritornare Lisa ad altissimo livello, conoscendo il suo grande potenziale. Ci siamo riusciti e sono contentissimo di questo. Ma il merito va in primis a lei, per aver avuto testa e caparbietà necessarie a non mollare mai.   
Poi il merito va a tutta la squadra nel suo insieme, a partire dal nostro cuoco Arturo, ai fisioterapisti, gli skiman che hanno lavorato alla grande in un anno difficilissimo, i tecnici, tutti. Ma alla fine il merito più grande va a Lisa, perché è lei ad andare in gara ed è giusto che si prenda dei meriti enormi per quello che ha fatto».  


Due stagioni fa, quando seguiva Vittozzi da dietro al cannocchiale, avrebbe mai immaginato di ritrovarla addirittura con la sfera di cristallo tra le braccia appena due anni dopo?

«Sinceramente si, proprio perché conoscevo il suo potenziale. L’ho sempre osservata con attenzione
fin da quando era giovane e se hai quelle capacità, a volte basta spostare due o tre tasselli per rimettere tutto a posto, anche da una situazione obiettivamente molto difficile. Sapevo che era possibile, ma ovvio non potevo averne certezza. Lisa non è solo tornata ai suoi livelli, ma quest’anno ha fatto una stagione strepitosa, vincendo la classifica generale, quattro medaglie mondiali, le due coppe di specialità. Noi eravamo convinti avesse i mezzi per fare una stagione del genere».

Non solo Vittozzi, perché oggi Tommaso Giacomel ha vinto la classifica di miglior Under 25. Quanto è felice di questo risultato e del suo ottavo posto nella generale?

«Quello di Tommy è stato un grande risultato. Alla sua età arrivare ottavo nella classifica generale, il secondo dei non norvegesi, con il margine di miglioramento che ha, è qualcosa di importantissimo. Oggi però era per noi fondamentale che portasse a casa anche il pettorale blu. Lo scorso anno lo aveva perso all’ultima gara con Hartweg, quindi quest’anno volevamo che dimostrasse di poter vincere queste battaglie all’ultima gara. Tommy doveva dimostrare di avere il dna del vincente e lo ha fatto alla grande».  

In queste ultime settimane l’Italia ha dato l’idea di essere in ottime condizioni fisiche e mentali. Avete fatto qualcosa di specifico?


«Sono fiero di questo finale di stagione. Siamo arrivati molto bene all’ultimo trimestre, non soltanto con Vittozzi o Giacomel, ma anche gli altri atleti del gruppo hanno dimostrato di essere ancora freschi, anche mentalmente lavorando molto bene, come si è visto dai risultati ottenuti da diversi di loro. In confronto alle altre nazioni, più o meno con tutta la squadra abbiamo mostrato di essere in un’ottima condizione. È qualcosa su cui abbiamo lavorato, con l’obiettivo di star bene per tutta la stagione, anche perché alla fine le coppe te le giochi fino a marzo».

Appare molto orgoglioso del lavoro della squadra.


«Si. un gran merito va agli allenatori, che hanno impostato un certo tipo di lavoro. Ma ci tengo a complimentarmi anche con gli skiman, perché da fuori sembra tutto facile, ma quest’anno loro, così come i loro colleghi degli altri paesi, avevano un compito difficilissimo, in quanto, a causa del cambio regolamentare, bastava sbagliare una virgola ed eri fermo. Anche qui abbiamo lavorato benissimo, il nostro staff è stato fenomenale, perché in quasi tutte le gare abbiamo permesso ai nostri atleti di raccogliere il risultato che meritavano.
Voglio sottolineare che in quasi tutto l’anno abbiamo avuto degli sci nella media alta, spesso anche più veloci. È stato un lavoro eccellente, perché l’importante non è soltanto avere degli sci nella media, ma fare la differenza per avere un vantaggio su altre nazioni».


Alla vigilia della stagione aveva parlato di un anno che sarebbe stato difficile e ovviamente le difficoltà non sono mancate. È fiero di come sono poi andate le cose?

«Sono soddisfatto, perché ero preparato ad una stagione difficile e lo è anche stata. Sapevo che in certi momenti sarebbe stato importante restare concentrati, compatti,
convinti di quanto fatto e di cosa vogliamo ottenere. Ci siamo riusciti e ciò ha poi aiutato a fare dei bei risultati.
Quest’anno, in tante occasioni abbiamo creato tanto, ma ci è mancato l’ultimo passo per raccogliere quanto seminato. Ma va bene, il primo passo era mostrare di sapersi creare le occasioni, ora, avendo una squadra giovane, il prossimo è raccoglierle. Mi aspetto che nei prossimi due anni saranno fatti dei bei passi avanti per alzare il livello della squadra e fare tutti uno step più avanti.
C’è però una cosa che voglio far notare. Come sapete, quando hai cinque atleti nell’inseguimento hai due piazzole per azzerare, invece da quattro in giù ne hai una. Quest’anno ne abbiamo avute sempre due, qualcosa che in passato non capitava tanto spesso. Ciò significa che abbiamo alzato il livello e adesso dobbiamo portare questi giovani allo step successivo».


Un passo da fare con il lavoro.


«Si, ma non solo, serve anche tanta pazienza. In questa stagione, ho notato che dall'esterno, a volte, la pazienza è stata poca, invece è necessaria con una squadra giovane come la nostra. Bisogna aspettare la crescita di ognuno senza pretendere troppo e subito».

Giorgio Capodaglio

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