Biathlon | 25 marzo 2024, 14:52

Biathlon – Dorothea Wierer lancia sul mercato un nuovo calciolo: ecco DW-One, un prodotto innovativo.

La campionessa azzurra presenta il nuovo progetto, che la vede impegnata insieme a quattro suoi amici professionisti in vari settori: "Un calciolo made in Italy che può accompagnare un atleta per tutta la sua carriera".

Dorothea Wierer con la sua medaglia olimpica

Dorothea Wierer con la sua medaglia olimpica

Non si ferma mai Dorothea Wierer. Oltre ai tanti impegni con gli sponsor, le presenze televisive e la preparazione alla prossima avventura con Eurosport e Discovery per cui racconterà le Olimpiadi Estive da Parigi, in attesa di svelare il suo futuro agonistico, la quattro volte campionessa del mondo è impegnata anche in tanti altri progetti.

L’ultimo è legato proprio al suo mondo, quello del biathlon, nel quale è da tantissimi anni una delle grandi regine del circuito internazionale. Nei giorni scorsi, ad Anterselva, infatti, i comitati e gli atleti dei corpi sportivi impegnati nei Campionati Italiani Assoluti e Giovanili hanno avuto l’opportunità di scoprire un nuovo calciolo, che viene lanciato sul mercato proprio dalla campionessa azzurra. Anche tanti ex campioni e allenatori del biathlon italiano ne hanno apprezzato la sua bontà, ritenendolo innovativo e di qualità.

Il prodotto si chiama DW-One, iniziali di Dorothea Wierer e il numero uno, per specificare che si tratta del primo esemplare di quella che potrebbe diventare poi una serie, anche se in realtà, per altri motivi, quel numero uno ha affiancato il nome di Wierer per tutta la sua splendida carriera.

«È un progetto nato quasi per gioco assieme a un gruppo di amici di Sappada
– ha raccontato Wierer a Fondo Italiacon i quali abbiamo deciso di progettare e lanciare un calciolo completamente made in Italy. Avevo questa idea da tempo, perché ho sempre fatto particolare attenzione al calciolo della carabina, fin da quando ero giovane. Ho sempre voluto fare modifiche e a volte i prodotti e le tecnologie non erano ancora sul mercato. Sono sempre aperta a tuffarmi in nuove iniziative, oltre a gareggiare, ho sempre avuto tante idee su cui poter potenzialmente lavorare, così quando si è parlato di questo argomento insieme ad alcuni miei amici, ho pensato subito di partecipare. Ho voglia di dare qualcosa al biathlon, anche fuori dalla pista, portando quelle che sono le mie esperienze. Quindi assieme a un team di cinque persone, Daniele Piller Roner, allenatore azzurro e del Centro Sportivo Esercito, con altre tre persone di Sappada, un artista, un tecnico meccanico specializzato e un imprenditore, più Edoardo Mezzaro, altro tecnico della squadra azzurra e ingegnere, che è stato costretto ad abbandonare per altri impegni, abbiamo iniziato questo progetto. È nato così, a tavola, quasi due anni fa, chiacchierando con i miei amici appassionati di biathlon. In un primo momento mi hanno fatto anche uno scherzo, quando mi han detto che mi avrebbero portato una prima bozza del nuovo calciolo e invece mi ritrovai un pezzo di legno (vedi foto ,ndr)».


Nella foto: Wierer sta allo scherzo dei suoi amici e "spara" con un pezzo di legno.

Wierer ha quindi spiegato a chi è rivolto DW-One, un prodotto che potremmo definire eclettico. «Nell'ultimo anno e mezzo abbiamo studiato un calciolo in grado di avere sempre quelle modifiche che magari un atleta potrebbe non trovare sul mercato – ha affermato l’azzurra – in grado di poter anche accompagnare l’atleta per tutta la carriera, fin da bambino. Ci rivolgiamo sia agli atleti di alto livello che ai giovani. Visto il boom che sta avendo il biathlon, ci sono tanti nuovi praticanti e famiglie che devono fare investimenti importanti, perché è uno sport impegnativo dal punto di vista economico. Noi possiamo andare loro incontro attraverso un calciolo che va bene a qualsiasi età, basta apportare le varie regolazioni».

L’azzurra ha quindi offerto alcuni particolari tecnici del nuovo calciolo: «Le modifiche che si possono effettuare sono molto specifiche. Davanti, per esempio, nel ferma mano, oltre alla classica regolazione, puoi inclinarlo di vari gradi, poi ci sono i giunti in titanio che ti danno la possibilità di settare la carabina in base alla posizione della spalla. Invece, la manopola della mano destra è studiata per fare un movimento avanti e indietro in modo da aumentare o diminuire l’angolo del braccio destro e offrire un migliore adattamento al caricamento. Lavoriamo poi con tutte materie prime made in Italy. Come legno utilizziamo noce e acero, oltre a plastica ecosostenibile, argomento che mi è molto a cuore, e metalli di altissima qualità. L’obiettivo è di dare una mano ai giovani e farli lavorare con un prodotto innovativo, di qualità, dal design nuovo, che definirei anche futuristico».

Wierer ci tiene a sottolineare quanto le diverse esperienze lavorative da cui arrivano i protagonisti del progetto siano state fondamentali alla sua buona riuscita: «Ognuno ha portato le proprie capacità ed eccellenze. Uno fa l’imprenditore nel settore degli occhiali e si occupa delle colorazioni, un altro è artista e lavora con il legno e abbiamo poi un tecnico meccanico specializzato che insieme al team ha progettato e studiato il calciolo utilizzando tecnologia 3D. Poi Daniele è allenatore ormai da anni, oltre che ex atleta, quindi ci sono io con la mia esperienza e la continua ricerca della perfezione. Lo sapete quanto curo i dettagli in ogni allenamento fino a stressare gli allenatori (ride, ndr)».

L’azzurra ha quindi svelato che, oltre a sé stessa, anche altri compagni e compagne di squadra hanno già provato questo nuovo calciolo: «Ovviamente io l’ho già testato, così come hanno fatto altri azzurri e allenatori con riscontri molto positivi. Ognuno ha dato il suo contributo, perché è utile ricevere feedback e consigli da altri atleti, che magari hanno esigenze e percezioni diverse dalle mie. Probabilmente qualcuno lo porterà anche in gara il prossimo anno».

Alcuni azzurri dovrebbero quindi utilizzare “DW-One” già nella prossima stagione facendolo esordire in Coppa del Mondo. Ovviamente i tifosi si augurano che la stessa Wierer possa portarlo nelle competizioni e pubblicizzarlo nel modo migliore, con il suo approccio al poligono da eterna fuoriclasse. Chissà se nella sua lista di pro e contro sul proseguire o meno la sua carriera, l’idea di vincere con un calciolo progettato e prodotto da sé stessa insieme al proprio gruppo, non possa aggiungersi ai pro.

Giorgio Capodaglio

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