Biathlon | 15 gennaio 2018, 17:38

Verso Anterselva, Willy "the Kid" Pallhuber: "Siamo la Kitzbühel del biathlon"

L'ex atleta è oggi responsabile del poligono di Anterselva per le gare di Coppa del Mondo: "È bellissimo vedere gli azzurri così in forma prima delle gare di Anterselva, possono lottare per il podio e la vittoria"

Verso Anterselva, Willy "the Kid" Pallhuber: "Siamo la Kitzbühel del biathlon"

I grandissimi risultati ottenuti dagli atleti azzurri a Oberhof e Ruhpolding hanno fatto crescere l’attesa in vista della tappa di Coppa del Mondo ad Anterselva, dal 18 al 21 gennaio. Per avvicinarci alle gare dei prossimi giorni abbiamo intervistato Willy Pallhuber, ex campione di biathlon, capace di vincere 6 gare in Coppa del Mondo, una valida per il titolo mondiale, più altri tre podi individuali. Soprannominato “Willy the Kid” ha vinto anche quattro ori mondiali in gare a squadre e in staffetta. Oggi è il responsabile del poligono di Anterselva per la Coppa del Mondo.

Buon pomeriggio Pallhuber, mancano pochi giorni alla tappa di Coppa del Mondo di Anterselva: siete pronti?
«Certamente abbiamo concluso già gran parte del lavoro e da domani sarà tutto pronto. Nei prossimi giorni ci sarà ancora tanto da fare per far si che tutto vada al meglio, come sempre qui ad Anterselva».

Può descriverci il poligono di Anterselva?
«Al di là del meteo, perché la presenza o meno del vento non si può prevedere con largo anticipo, è uno di poligoni più difficili in quanto ci si arriva dopo una salita molto dura, seguita da una discesa e trecento metri di piano. Gli atleti solitamente arrivano molto affaticati al tiro. Bisogna essere in ottime condizioni fisiche, quindi, oltre che mentali».

Nelle ultime settimane l’Italia ha ottenuto ottimi risultati; una bella notizia in vista della tappa di Anterselva.
«Sono dei risultati positivi per tutti noi, da coloro che lavoreranno qui, i tantissimi volontari e appassionati, fino ai tifosi presenti. È bellissimo avere gli azzurri in queste condizioni di forma».

Tante soddisfazioni sono arrivate pure nelle staffette, nonostante le tante assenze.
«Le assenze non si sono viste, la staffetta italiana ha dimostrato di poter lottare per il podio al femminile e anche al maschile. Nelle gare singole individuali Hofer e Windisch stanno facendo la differenza, mentre tra le donne oltre a Dorothea Wierer, stanno andando bene anche le altre, a partire da Vittozzi e Sanfilippo. Sarà un piacere vedere questi atleti e queste atlete in gara ad Anterselva, perché sappiamo che possono lottare per il podio e la vittoria».

Sappiamo che il weekend di Anterselva ha anche alcune insidie per gli atleti azzurri, tanti eventi ed interviste che possono distrarre.
«Verissimo, per loro sarà molto difficile mantenere alta la concentrazione sulla gara stessa, perché avranno tanti impegni con giornalisti e sponsor oltre a tanti amici che saranno lì a seguirli. Tante piccole cose che aumenteranno il livello di stress».  

Anterselva è oggi una delle realtà più importanti del biathlon a livello Mondiale.
«Da vent’anni a questa parte la sua importanza è sempre cresciuta. Insieme ad altre poche località, ormai, è una di quelle principali, una presenza fissa nel calendario della Coppa del Mondo. Anterselva nel biathlon è come Kitzbühel nello sci alpino, una gara che ogni atleta vuole vincere. Ora dovremo essere bravi a mantenere questo status, questa alta qualità che ci ha permesso di arrivare fin qui. Sarà un lavoro sempre più impegnativo ma noi continueremo a dare il cento per cento».

Sarà l’ultima tappa prima delle Olimpiadi.
«Anche questa è una cosa importante, perché alcuni atleti si giocheranno le ultime chance per qualificarsi ai Giochi di PyeongChang. Alcune squadre sono anche venute qui nelle settimane scorse per fare un po’ di quota per la preparazione olimpica».

Ha gareggiato più volte ad Anterselva: può svelarci il ricordo più bello e quello più brutto?
«Ovviamente gareggiare in casa mi ha sempre regalato delle emozioni particolari, sono sempre sceso in pista con la voglia di fare molto bene e quando le cose non sono andate per il verso giusto ci sono rimasto male. Può sembrare strano ma entrambi i ricordi sono legati a un quarto posto mondiale nella staffetta. Ci restai malissimo, infatti, in occasione del Mondiale del 1995, quando in gara venivamo considerati la squadra da battere, ma arrivammo soltanto quarti. Fu una grande delusione. Nel 2007, invece, quando gareggiai per il mio ultimo Mondiale, non eravamo molto considerati, invece terminammo al quarto posto una gara da noi condotta in modo splendido. Questo quarto posto è rimasto dentro tutti noi, è un ricordo bellissimo».

Quale consiglio si sente di dare agli azzurri che saranno impegnati nelle gare di Anterselva?
«A loro dico di restare concentrati, quando indosseranno il pettorale dovranno chiudersi nella loro bolla e pensare soltanto al lavoro da fare. L’importante, al termine della gara, sarà essere consapevoli di aver dato tutto e aver fatto le cose al meglio. Il risultato poi verrà da sé».  

Vuole fare un pronostico?
«Nel maschile, ovviamente, il grande favorito è Fourcade, che dovrà vedersela con i norvegesi e i nostri Hofer e Windisch. Al femminile spero proprio che siano Wierer o Vittozzi a conquistare un successo, sfruttando anche il grande tifo della gente presente, che dovrà sostenerle al massimo»

Giorgio Capodaglio

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